Epifanie di felicità consapevole

 I felt my lungs inflate with the onrush of scenery—air, mountains, trees, people.
 I thought, “This is what it is to be happy.”

 Sylvia Plath, The Bell Jar 

Questi due versi della sciagurata Sylvia Plath descrivono bene quelle epifanie di felicità consapevole che esplodono di tanto in tanto quando ci fermiamo un attimo a cogliere la bellezza del mondo, quei momenti perfetti che ci riappacificano con tutto e con tutti. 

A me capitano spesso: a volte dal fruttivendolo o sul tram, ma soprattutto quando viaggio. Possono avere a che fare con la maestosità della natura o con lo sciabordio della folla nelle vie di una città, possono fare capolino in una giornata di sole come in una tempesta di neve. 

In tutti i miei viaggi vado alla ricerca di questi momenti, che poi non si cercano ma arrivano da soli, quando meno te li aspetti. La smania del viaggio è una febbre che non si può curare: come le febbri malariche, ritorna puntuale e ti accompagna per tutta la vita.

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