L’università di Coimbra è la più antica del Portogallo e una delle più antiche d’Europa. In questa città tutto gira intorno al mondo studentesco; il suo calendario è quello accademico.
Coimbra è bellissima: soprattutto di notte, vista dall’alto, quando le sue luci si specchiano nel fiume Mondego, o quando la sua cattedrale medievale al tramonto si infiamma. Coimbra è i suoi studenti: che vanno e vengono per le sue strade avvolti in mantelli neri e lunghi fino ai piedi. Studiare a Coimbra è un’investitura, una storia d’amore che dura tutta la vita: uma vez Coimbra, para sempre saudade…
Il primo venerdì di maggio di ogni anno si apre una settimana di festeggiamenti in onore di chi sta per laurearsi. Si chiama Queima das Fitas, che vuoi dire rogo dei nastri e deriva dalla tradizione degli studenti di bruciare a conclusione del proprio ciclo di studi i nastri colorati che simboleggiano la propria facoltà. Le tradizioni accademiche portoghesi sono antichissime e articolate: sono legate alla Praxe académica, un complesso congiunto di regole che determina le relazioni sociali e gerarchiche della comunità studentesca. Comprende rituali di iniziazione e di passaggio (leggi: nonnismo sfrenato), goliardia e cameratismo. Alcuni trovano queste norme antiquate, conservatrici, sessiste e autoritarie; altri le osservano con supremo rispetto. In ogni caso la maggior parte degli studenti di Coimbra va immensamente orgogliosa del suo traje e della sua capa (il vestito e il mantello, che – mi han detto – non dovrebbe venire mai lavato durante tutti gli anni dell’università). A essi si accompagnano un cappello a cilindro e un bastone, del colore e della foggia della propria facoltà.
La festa si apre a mezzanotte con la Serenata Monumental di fronte alla Sé Velha, la cattedrale di Coimbra. Già dal pomeriggio si radunano qui migliaia di studenti, rigorosamente trajados, che in silenzio solenne ascolteranno il fado struggente che celebra la loro città. Un ultimo coro, i cappelli lanciati in aria, e la folla si disperde per le strade – chi verso le repúblicas, le case occupate; chi verso il Queimodromo, dove si balla fino al mattino con dj set e gran concerti (io ci ho sentito gli Editors e i Gogol Bordello); chi diretto alle feste organizzate dalle facoltà nei chiostri e nei giardini. Le Noites do Parque vanno avanti tutta la settimana e sono spettacolari.
Il momento culminante della Queima è il Cortejo, una parata durante la quale le varie facoltà sfilano per le strade della città a bordo di carri allegorici coloratissimi dove il tasso alcolico è vertiginosamente alto. I ragazzi e le ragazze lanciano di sotto lattine di birra e riempiono i bicchieri di chi gli corre dietro. Pare che si beva più birra durante la Queima che all’Oktoberfest! Occhio però a non prendersi una lattina in testa – true story…
Mi sono intrufolata tra le folle festanti di Coimbra per tre anni di fila e ho ricordi forti e belli di questa città (altri sono altrettanto belli ma un po’ sfocati…): ho conosciuto gli amici dei miei amici, sono stata ospitata nelle loro case, ho mangiato decine di bifanas, ho visto il sole sorgere sul Mondego al termine di notti lunghissime passate a ballare e cantare.
Ogni anno, durante la Queima, si ripete il rito del passaggio all’età adulta. Prima vi si assiste da spettatori, poi da protagonisti. In questi giorni Coimbra è straziante e colma di un sentimento che si raggruma nell’anima: negli sguardi gonfi di lacrime dei laureandi riuniti di fronte alla Sé per la Serenata ho capito cos’è la saudade. I ragazzi piangono perché non solo stanno dicendo addio a un luogo del cuore, ma anche a tutto quello che per loro ha rappresentato. Poi ognuno prenderà la sua strada, cercherà lavoro, magari non lo troverà e sarà costretto a espatriare, alcuni si sposeranno e/o faranno dei figli, altri non ci penseranno proprio. Tutti mescoleranno il rimpianto della fine con l’incertezza eccitata di quello che verrà dopo.
Coimbra è un inno all’immaturità e agli anni spensierati. E alla città che custodisce il segreto della loro giovinezza gli studenti dedicano al momento di andarsene un fado accorato: perché Coimbra tem mais incanto, na hora da despedida…